30 dicembre 2004

Festa, anzi no

Ho letto poco fa sul sito de "la Repubblica" la nobile intenzione di numerosi Comuni italiani di devolvere i soldi che sarebbero stati utilizzati per i festeggiamenti di Capodanno per i popoli disastrati nel Sud Est Asiatico, e di non far scoppiare nessun botto nella notte della vigilia.
Ecco, queste sono iniziative che fanno riflettere...
Gran gesto, e gran senso della solidarietà, non c'è dubbio.
Ma fanno riflettere su ciò che nessuno fa durante il resto dell'anno.
Voglio dire, non si può fare la carità e sentirsi tristi solo quando succedono queste catastrofi.
Dovremmo stare sempre tristi, pensando a uomini, donne e bambini che muoiono ogni giorno per AIDS, oppure perché non possono permettersi di mangiare, perché magari sono nati dalla parte del mondo sbagliata!!
Il fatto è che noi (me compreso, ovviamente) non ci interessiamo abbastanza di queste questioni, solo delle immagini tanto tristi (quanto poco giornalistiche, si spettacolarizza un vero e proprio dramma, non siamo a paperissima o a realtv) ci riportano alla memoria la sofferenza, e con essa la nostra compassione.

A pranzo parlavo con mio padre davanti alla tv di questi fatti, e lui ha obiettato che non si da il giusto peso ad una più crudele catastrofe: la guerra.
Ci siamo forse accorti che quella non è causata da forze naturali, ma dall'uomo stesso?
E' pauroso pensare alle notizie che giungevano dall'Iraq nei mesi scorsi, notizie che parlavano di bombe, spari, avanzamenti delle truppe, vittoria...
Notizie che non parlavano mai di chi era vittima delle bombe, degli spari, di chi ci rimetteva la pelle, di chi non aveva vinto un bel nulla.
Ho pensato ora a tutti i soldi spesi nelle campagne militari dai nostri alleati (perché questo purtroppo sono USA e UK), soldi che ora servirebbero, soldi spesi per uccidere, per distruggere, soldi serviti a incrementare un'economia già di per sé florida, se si esclude la crisi del dopo-11/09.
Per fronteggiare quello che è successo il 26 c'è poco da fare, per fronteggiare un guerra si potrebbero riaprire i manicomi per qualche Capo di Stato...
La guerra è il vero dramma.
Non lo spostamento dell'asse di rotazione terrestre.

Una giornalista italiana ha chiesto oggi ad un rappresentante dello Sri Lanka a proposito dei tanti morti provocati dallo tsunami:
"ma è possibile che in questo Paese non insegnate a nessuno come nuotare?"
Non voglio nemmeno commentare questa domanda, perché la frase si fa schifo da sola.