Io, Robot
Ci sono delle volte che mi sento come ingabbiato in questa vita, fatta di algoritmi, di routine, di regole.
Queste sono le volte in cui vorrei lasciare tutto alle spalle e ricominciare tutto da capo. Ed è proprio quello il momento in cui mi rendo anche conto che ciò che sono io è proprio ciò che ho alle spalle. Indissolubilmente.
E allora mi dico che il mio passato mi condurrà nel futuro che ho creato (è chiaro che, non credendo nel destino, penso ci sia una componente di caso/fortuna non prevedibile). Ma mi chiedo anche: sono contento di questa vita? Mi sento costretto in una scatola, un recipiente di vetro dal quale vedo una vita e ne faccio un'altra. Perché io sono in quella scatola.
La apro e vedo stress, ansie, risultati, obiettivi, voglie, desideri. Mi chiedo se ho ottenuto qualcosa, e la mia risposta è sì. Ma ho fatto un percorso diverso dagli altri per ottenere quel qualcosa. Mi sono angosciato (e penso: magari si angosciano anche gli altri), mi sono stressato (lo do poco a vedere ma dentro di me mi massacro di stress, lo sfogo sta nella soddisfazione di quello che faccio).
Questa vita è quella che scelgo di fare, dopo tutto ingegneria è una facoltà che mi piace, e non ha tradito le mie aspettative per quanto riguarda i miei interessi e le mie ambizioni, per quanto concerne il resto non mi posso lamentare....
Però, dentro di me, sento che qualcosa deve cambiare, per star meglio. Forse è che l'uomo non sta mai bene con se stesso, un po' come chi sta in città e vorrebbe vivere in campagna e viceversa. Chissà.
Mi sento stabile, anzi stabilissimo sulle mie idee e sul mio modo di agire, ma allo stesso tempo mi guardo i piedi e sento fragilità, una fortissima precarietà.
Ma forse questa è la vita, un continuo crescere e cambiare, un continuo giudicarsi e rivedersi, corregersi e andare avanti, dubitare di tutto ciò che si vive, e capirne meglio il valore.
1 Comments:
starei a parlare con te per ore!! sei troppo affascinante complicato e interessante: proprio il mio tipo!
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